COME PREPARARE I BAMBINI AL PRELIEVO

 

Il Laboratorio Analisi del Poliambulatorio Caorlese dedica particolare attenzione all’esecuzione dei prelievi per bambini anche al di sotto dei 2 anni. Ai bambini viene data la precedenza, non esistono tempi di attesa; il bambino ed i genitori accedono al prelievo celermente, senza che si possano creare situazioni di angoscia.

 

Premessa

 

Nella prima infanzia, sotto i tre anni, il bambino non è ancora in grado di esprimere verbalmente le sue emozioni, e per questo manifesta pianti lunghi ed estenuanti.
Il bambino se durante il gioco cade e si fa male, spesso, più che per il dolore, piange per lo spavento. Infatti, a volte i bambini prima di piangere, si girano ad osservare la reazione del genitore: se il viso del genitore è tranquillo allora il bambino pensa che non sia successo nulla di grave e magari si rialza e continua a giocare; se il viso del genitore è spaventato allora il bambino scoppia in un pianto disperato.
Per questo è bene mantenere sempre la calma, per trasmettere al bambino questo messaggio: «stai tranquillo, è tutto sotto controllo».
Molti bambini hanno paura del medico e si finisce spesso per rimproverare questo timore che noi adulti percepiamo come ridicolo, infantile per l’appunto. Invece, bisognerebbe avere più comprensione e cominciare a considerare che forse questa paura non è innata, bensì stimolata da fattori esterni al bambino.
In ogni caso, esistono delle soluzioni per evitare che il medico sia considerato dal bambino una sorta di “mostro”: è fondamentale spiegare al piccolo che il medico è una persona come un’altra, magari anch’egli con dei figli.
È altresì importante che i genitori non utilizzino la figura del medico per convincere il figlio a obbedire o a fare qualcosa. Il bambino non deve vivere con terrore l’incontro con il dottore.
È importante che il bambino capisca che il medico è una persona che lavora per farlo stare bene e per permettergli di correre e giocare come piace a lui.
In altri casi la causa del problema va ricercata talvolta nel comportamento dei genitori.
Se i genitori parlano con preoccupazione della visita medica o del prelievo di sangue, temendo forse essi stessi questo momento, inevitabilmente trasmetteranno tale ansia ai figli.
I bambini, anche piccolissimi, percepiscono ogni minima tensione e sono molto attenti anche al linguaggio non verbale: uno sguardo di apprensione o un carico di preoccupazione nella voce non aiutano il bambino a stare tranquillo.

 

Preparazione al prelievo

 

È importante che il genitore non racconti bugie, anche se a fin di bene, altrimenti il bambino comincia a non fidarsi. È meglio avvertirlo che probabilmente sentirà una specie di piccolo pizzicotto o una punturina di zanzara. Occorre prestare attenzione alla scelta delle parole e ricorrere ad espressioni che il bambino conosce, evitando le formulazioni negative, poiché il nostro cervello non registra la parola “no”. Anziché rivolgersi al figlio con espressioni del tipo: “…non pensare al dolore”, è preferibile invitarlo a immaginare ciò che il genitore sa che al bambino fa piacere.
Se il vostro bambino ha meno di 3 anni è meglio avvertirlo solo due o tre giorni prima. È importante dirgli che andrà in Laboratorio con la mamma, il papà o un’altra persona da lui conosciuta e ripetere le spiegazioni più volte per rassicurarlo.
Se il vostro bambino ha tra 4 e 10 anni, la spiegazione semplice e veritiera potrà essere data una settimana prima per permettergli di riflettere e fare domande.
Dire sempre la verità in modo appropriato aiuta i bambini ad affrontare le difficoltà.
Se i genitori sono i primi ad agitarsi per il prelievo, il bambino percepirà l’eccezionalità della situazione e la vivrà probabilmente in maniera conflittuale. Chiedere sempre se e quale giocattolo vuole con sé in laboratorio.

 

Dopo il prelievo

 

Dopo il prelievo è importante coccolare il bambino anche se è già grandicello, perché in questi momenti i bambini hanno bisogno di tornare un “po’ piccolini” e di essere coccolati.
Funziona sempre il bacio sulla ferita e, dopo pochi minuti, basterà dirgli “…ecco, vedi, sta già guarendo” ed il bimbo tornerà a sorridere.